giovedì 16 settembre 2010

Lost in Californication : 'Somewhere' di Sofia Coppola.

Già dal trailer si intuiva l'andamento del film. Dopo la vittoria a Venezia, però, mi ero convinta che ci fosse un di più rispetto a quello che immaginavo.
Invece no. Sofia Coppola è bravissima a rendere un certo senso di solitudine e alienazione, lo avevamo già visto ne Le Vergini Suicide, in Lost in Translation e in certa parte anche in Marie Antoinette. Il problema sostanziale di questo film, però, è la mancanza di trama. L'assoluta mancanza di una storia e di personaggi forti. In Lost in Translation magari non succedeva molto, ma la relazione Scarlett - Bill Murray, la caratterizzazione dei personaggi un po' più marcata, o semplicemente la perfetta e sublime ambientazione giapponese avevano reso il film un lavoro ben riuscito e godibile. In Somewhere si parte male già dalle premesse. Un attore stra-famoso che vive allo Chateau Marmont e conduce una vita senza stimoli e punti di riferimento? Originale. (No). Cioè, c'era  veramente bisogno di un ennesimo pamphlet sulla difficile e straniante vita delle celebrità?
Capisco che l'intento ultimo - che ripeto, le riesce anche bene - più che quello di raccontare una storia fosse quello di trasmettere stati d'animo annoiati, tristi, solitari, disperati, ma questa volta qualcosa non ha funzionato. Non si può fare un film di piani sequenza e scene a camera fissa (o lentissimi e inesorabili zoom in avanti) solo perchè volevi farci capire che Stephen Dorff (aka Johnny Marco) è annoiato e triste e ha perso il controllo della propria vita ('fai volontariato', gli dice a un certo punto la sua ex, tanto per capire i livelli che ogni tanto tocca il film).
Partiamo dall'inizio. I primi dieci minuti  di film sono di quelli che ti fanno venire voglia di alzarti e andartene. Se quelle inutili e lunghissime scene di nulla (peggior scena d'apertura della storia del cinema, al limite del ridicolo) le avesse ridotte all'osso, magari con un montaggio un po' più dinamico, il contorno del personaggio si sarebbe capito lo stesso. Perchè tanto di contorno so parla, non si scava mai a fondo in queste figure che si muovono sullo scherno.  Il fatto è questo: è troppo prolisso. La parte con la figlia è più dinamica del resto del film, ma siamo sempre su ritmi lentissimi. Un pregio (o un difetto) è che sembra fatto così tanto per, approssimativamente, ma in realtà è curato fino all'ulitmo dettaglio. Anche troppo. Ok, sei  un personaggio alternativo che ha amici altenrativi (Chris Pontius! La mia generazione, che ha vissuto l'era-Jackass in pieno, apprezzerà. Io ho apprezzato. Era uno dei miei preferiti del team di idioti, qui è ovviamente inutile come ogni altro personaggio del film), hai le magliettine dei Black Flag e della SubPop, corredate da problemi relazionali (vedi la scena, scontata, della festa nel suo appartamento allo Chateau), la tua Ferrari strafiga e un'apatia cosmica nei confronti della vita e delle incombenze di Hollywood (agghiacciante conferenza stampa inclusa)... ma tutto sembra così forzato. Il film è continuamente in bilico  tra spontaneo e forzatamente perfetto. Buono il cast, sarà che negli anni 90 Stephen Dorff era uno dei miei preferiti e quindi sono di parte, ma è perfetto (peccato per il doppiaggio italiano, veramente inadatto). Elle Fanning mi è sembrata ottima per la parte, ma non ho visto la straordinaria performance di cui tutti parlano. Anche i personaggi di contorno tipicamente losangelini, dalla publicist zelante alle varie party girls, gli aspiranti attori e i paparazzi, sono ben inquadrati, ma sempre come delle ombre più che come presenze. Tutto appare e scompare con una rapidità inversamente proporzionale al ritmo generale del film. Anche la storia degli sms di odio che costantemente riceve Johnny Marco.... a cosa voleva andare a parare? Mah. Misteri di Sofia Coppola. TERRIBILE anche la scena allo studio degli effetti speciali. Quando gli viene detto 'aspetta così per 40 minuti' e segue quel lentissimo zoom sullo sconfortato Johnny ricoperto di gesso, temevo che Sofia avesse intenzione di farci vedere 40 minuti di essiccamento del gesso.
In linea di massima, comunque, il film mi è piaciuto. Mi è piaciuto per quello che è, un tipico film di Sofia Coppola, al di sotto delle sue capacità, piacevole anche e nonostante la  sua lentezza inesorabile,  forse vuoto come quel vuoto e quel senso di tristezza che ti lascia a fine visione.

Un ultima nota. Ho letto OVUNQUE critiche e scandalizzati commenti sulla parte girata in Italia. Tanto che temevo i soliti pizza pasta e mandolini. Invece la triste realtà è che siamo visti così dall'esterno perchè questo siamo. I poliziotti che si buttano addosso a lui per farsi le foto col cellulare, gli squallidi personaggi del dietro-le-quinte del cinema italiano (Jo Champa e Pupi D'angeri sono perfetti, otlre a interpretare se stessi,  sintentizzano un mondo di squallore meglio di mille parole), gli orribili teatrini in cui questi attori/musicisti/famosi di vario genere vengono proiettati nei nostri 'progammoni', sono SPOT ON. L'imbarazzo nel vederci dipinti così è incontenibile, ma tant'è. La scena del Telegatto è perfetta, rendiamocene conto, per favore. Non gridiamo agli stereotipi, per una volta che sono esattamente corrispondenti alla realtà. Certo che Laura Chiatti però... cagnapureinfoto.

PS. Molto belli i super marchettoni allo Chateau Marmont e all'Hotel Principe di Savoia di Milano. E al Nintendo Wii. E alla Ferrari.

PPS. continuo a pensare che la coproduzione del film da parte della Medusa abbia avuto molto più a che vedere con la vittoria a Venezia della brevissima relazione Tarantino-Coppola.

PPPS. Stephen, ti sei invecchiato e imbolsito. Forse per la parte, forse no, ma io preferisco ricordarti così:
DEMENTED FOREVER.


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1 commenti:

Anonimo ha detto...

aridateme i soldi. stronzi.